Signori e signore, qui sentirete raccontare di uno che visse molte generazioni fa, al tempo del re Uther Pendragon, padre del famoso Re Artù .
Parlo di un cavaliere, grande e forte, alto e biondo, coraggioso e nobile. In tutto il mondo non ce n'era uno cortese, nobile e generoso come lui. Ai proprietari terrieri, che avevano lottato in tempo di guerra, diede oro. Ai poveri contadini che coltivavano le sue terre, diede cibo e buonumore. Alla sua tavola c'era sempre posto per chiunque venisse a fargli visita.
Questo cavaliere aveva una moglie dolce, la migliore che un uomo possa desiderare. Nessuna donna era più bella, o più nobile di cuore. Dama Clarys era il suo nome. Insieme portarono gioia a molte anime e nessun uomo, ricco o povero, ebbe mai alcun rancore nei loro confronti.

Ogni anno, Sir Cleges, questo era il nome del nobile cavaliere, dava una festa nel periodo natalizio. Ricchi e poveri venivano alla sua festa, nessuno sarabbe stato allontanato. I frati lo ripagavano con benedizioni, i menestrelli con la musica: quelli erano i prezzi più alti che avrebbe chiesto per il suo cibo. Finita la festa, ogni ospite avrebbe ricevuto un regalo: vesti, cavalli, argento e persino oro. Tutto ciò in onore di colui che in quel giorno era nato in una mangiatoia.
Purtroppo la sua ricchezza si ridusse con il passare degli anni, ma egli non volle rinunciare alla festa o ai doni. Ipotecò e vendette le sue terre per pagare la sua generosità , finché alla fine non gli rimase quasi più nulla. La festa di Natale doveva finire. Visse umilmente con la buona moglie e due figli e di lussi non se ne parlò più .

Una vigilia di Natale, Sir Cleges stava camminando su e giù per il giardino, quando udì un suono di trombe, cornamuse, tamburi, arpe e cembali. Poteva sentire canti e balli. Quei suoni allegri gli riportarono alla mente le sue feste passate. Sapeva bene che la musica proveniva dalla corte di re Uther, che era a Cardiff per Natale. Il re non aveva invitato il fedele cavaliere alla sua tavola per i festeggiamenti. L'aveva dimenticato o forse pensava che fosse morto. Sir Cleges torcendosi le mani cominciò a pregare.

"O Gesù , re del cielo, che hai fatto tutto dal nulla. Ti ringrazio per i tempi passati, per l'allegria di cui ho goduto. Ho dato liberamente per amor tuo. Ho dato da mangiare a ricchi e a poveri. A coloro che hanno cenato alla mia tavola non mancò qualsiasi pietanza o selvaggina o ottime bevande. Non mi sono preoccupato del costo. Ed ora sono qui, un pover'uomo al tuo servizio, trascurato e dimenticato da tutti.”

Mentre stava così piangendo, sua moglie si avvicinò e lo abbracciò . Lo baciò con cuore lieto e disse: "Marito caro, ho sentito quello che dicevi. Non aiuta avere pensieri tristi, allontana il dolore. Tutti dovrebbero essere felici in questo giorno ed essere contenti di quello che hanno. Quindi andiamo dentro, stiamo allegri e consumiamo la nostra cena con gioia. "
"Certo", rispose Sir Cleges. Con un po' più di allegria si asciugò rapidamente una lacrima dalla guancia ed entrò a cenare. Dopo mangiato si divertì a giocare con i suoi due figli. A mezzanotte si recarono in chiesa e chiesero a Dio di mantenerli vestiti e nutriti.

La mattina di Natale, Sir Cleges andò in giardino, si inginocchiò sul terreno coperto di neve davanti al suo ciliegio preferito, e pregò ancora una volta. Quando ebbe finito, si appoggiò ad un ramo per alzarsi, ma il ramo gli si ruppe in mano. Vide che aveva già delle foglie verdi e rotonde ciliegie mature raggruppate intorno.
Esclamò : "Buon Dio. Che genere di bacche sono queste, che crescono in questo periodo dell'anno? Poi prese una ciliegia e l'assaggiò . Era il frutto più delizioso che avesse assaggiato da quando era un ragazzino. Allora tagliò un piccolo ramo e lo portò alla moglie per mostrarglielo.

«Mia cara, ecco una novità ", disse. "Ho trovato questo che cresce nel nostro giardino. Ciliegie a metà inverno. Temo sia qualche malaugurio, un avvertimento."
«Forse no», disse la moglie, "Potrebbe essere un segno che le cose andranno meglio. Domani alle prime luci dell'alba, prenderai le ciliegie e le porterai al re a Cardiff. Non avrà mai avuto regalo migliore di questo."
Quando fu giorno, la donna preparò un grande cesto pieno di ciliegie e lo diede al figlio maggiore perchè lo portasse sulla schiena e seguisse il suo padre sulla strada per Cardiff.

Così partirono, non su un cavallo o un pony: il bastone di Sir Cleges era il loro unico sostegno.
Arrivati alle porte del castello, il guardiano, visto i loro umili panni li apostrofò : "Voltatevi e allontanatevi velocemente senza indugio, o in nome di Dio e della Madonna, vi spaccherò la testa. Andate a mettervi in fila con i mendicanti. Quello è il vostro posto." Ma Sir Cleges disse: "Buon uomo, ti prego, lasciami entrare, ho un regalo per il re. Ecco, guarda. " Il guardiano sollevò il coperchio del canestro e quando vide le ciliegie si meravigliò . "Se ti lascio passare,” disse, “mi devi promettere un terzo di qualsiasi ricompensa riceverai per questo dono, sia oro o argento.” “D'accordo” rispose Sir Cleges e attraversò il cancello.

Sulla strada per la sala dei banchetti incontrò un usciere del tribunale che gridò : "Vattene, vassallo, sparisci dalla mia vista. Se ti trovo ancora tra queste mura ti darò una lezione senza un attimo di rammarico." Al che Sir Cleges rispose: "Buon uomo, trattieni la tua rabbia. Sii gentile e buono, perché ho portato un regalo per il re. Guarda qui: questi frutti sono cresciuti in questo periodo di Natale nel mio giardino. Sono le migliori ciliegie che l'uomo abbia mai visto." Quando l'usciere vide le ciliegie, sorpreso, disse: "Se mi concederai un terzo di quello che ne ricaverai, potrai andare avanti". Poichè non aveva altra scelta, Sir Cleges accettò i termini dell'usciere ed entrò nella sala con suo figlio e il canestro.

Quando entrarono nella Sala, l'amministratore li vide. Si avvicinò a Sir Cleges e disse: "Chi ti ha fatto così audace da entrare qui senza invito? Giratevi velocemente e uscite ." Sir Cleges rispose: "Vedete, buon uomo, ho un regalo per il re." Quando l'amministratore vide quello che aveva portato esclamò : "Non ho mai visto codesti frutti in questo periodo dell'anno. Tu andrai davanti al re, ma solo se mi prometti una terza parte di quello che riceverai. " Sir Cleges pensò che quei tre si sarebbero diviso tutto quello che avrebbe ricevuto e a lui non sarebbe rimasto nulla. Siccome non rispose subito, l'amministratore gli gridò : "Hai perso la lingua? Dammi subito la tua risposta o farò battere i tuoi stracci con il mio bastone! " Vedendo che non aveva altra scelta, Sir Cleges rispose: "Molto bene, qualunque sia il premio del re, ne avrete una terza parte."

L'amministratore condusse Sir Cleges davanti al re ed egli si inginocchiò e scoprì il cesto.
"Grande Re", disse. "Questi frutti sono cresciuti nel mio giardino in questo tempo di Natale. Li ho portati a voi in dono."
Il re vide le ciliegie, fresche e nuove, e disse: "Veramente questo è un dono di nostro Signore" e invitò Sir Cleges a sedersi e partecipare alla festa. Il re inviò una parte delle ciliegie a una gentile signora molto bella in Cornovaglia, e comandò che il resto fosse offerto ai presenti nella sala. Quando tutti ebbero mangiato e furono contenti, il re ordinò , "Portate davanti a me il povero che mi ha donato le ciliegie."

Sir Cleges si inginocchiò di nuovo davanti al re, e questi disse: "Ti ringrazio di cuore per il dono che mi hai portato. Hai onorato la mia festa. Qualunque cosa vorrai, io te la concederò . Qualunque sia il tuo desiderio, siano terre, o servi o merci. " Sir Cleges rispose: "Grande Re. Chiedo solo dodici colpi del mio bastone che io possa dare liberamente ai miei nemici in questo castello ".
Sentendo questo il re si adirò e disse: "Mi dispiace di averti concesso questo dono. Sarebbe stato meglio se avessi chiesto argento o oro, ciò di cui hai più bisogno. Tuttavia, se questo è il tuo desiderio, che il mio debito ti sia pagato con colpi di bastone. "

Sir Cleges entrò nella sala e cercò l'amministratore per dargli la sua ricompensa. Gli inferse un tale colpo che lo stese. Poi gliene diede altri tre.
Lasciando la sala trovò l'usciere e gli disse: "Ecco la terza parte del mio regalo come ti avevo promesso!" E lo battè quattro volte con il suo bastone.
Poi trovò il guardiano e mentre gli dava la sua ricompensa gli disse : "Rispetto il mio patto. Prendi questo e questo e questo e questo! "

Mentre Sir Cleges era occupato a ripagare i suoi nemici, il Re seduto nella sua stanza ascoltava il menestrello di corte che raccontava di un grande cavaliere che lo aveva servito negli anni passati, uno pieno di fortuna, nobiltà e grazia. Il suo nome era Sir Cleges. Man mano che il re ascoltava, gli tornarono alla mente i ricordi e si rese conto che aveva visto il buon cavaliere proprio quella sera.
"Ma, non è colui che si inginocchiò davanti a me nella sala del trono?" Esclamò . "Sire, era lui" rispose il menestrello.

Quando ai cavalieri e alle dame di corte giunse la notizia di come Sir Cleges aveva ripagato il guardiano, l'usciere e l'amministratore, tutti risero di cuore e pensarono che se l'erano meritata.
Il re fece chiamare Sir Cleges e questa volta gli diede terre, foreste e una tazza d'oro per sua moglie, fece di suo figlio uno scudiero e gli diede bei vestiti da indossare.
Da allora e per ogni anno a seguire, Sir Cleges e sua moglie celebrarono di nuovo il Natale con buon cibo, musica, allegria e regali e vissero in grande felicità fino a quando il buon Dio glielo concesse.

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