Ed è subito sera

Ognuno sta solo sul cuor della terra
trafitto da un raggio di sole:
ed è subito sera.


La terra impareggiabile

Da tempo ti devo parole d'amore:
o sono forse quelle che ogni giorno
sfuggono rapide appena percosse
e la memoria le teme, che muta
i segni inevitabili in dialogo
nemico a picco con l'anima. Forse
il tonfo nella mente non fa udire
le mie parole d'amore o la paura
dell'eco arbitraria che sfoca
l'immagine più debole d'un suono
affettuoso: o toccano l'invisibile
ironia, la sua natura di scure
o la mia vita già accerchiata, amore.
O forse è il colore che le abbaglia
se urtano con la luce
del tempo che verrà a te quando il mio
non potrà più chiamare amore oscuro
amore già piangendo
la bellezza, la rottura impetuosa
con la terra impareggiabile, amore.

Già la pioggia è con noi

Già la pioggia è con noi,
scuote l'aria silenziosa.
Le rondini sfiorano le acque spente
presso i laghetti lombardi,
volano come gabbiani sui piccoli pesci;
il fieno odora oltre i recinti degli orti.
Ancora un anno è bruciato,
senza un lamento, senza un grido
levato a vincere d'improvviso un giorno.

Dalla natura deforme

Dalla natura deforme la foglia
simmetrica fugge, l'ancora più
non la tiene. Già l'inverno, non inverno,
fuma un falò presso il Naviglio.
Qualcuno può tradire
a quel fuoco di notte, può negare
per tre volte la terra. Com'è forte
la presa, se qui da anni, che anni, guardi
le stelle sporche a galla nei canali
senza ripugnanza, se ami qualcuno
della terra, se scricchiola
il legno fresco e arde la geometria
della foglia corrugata scaldandoti.

Oggi ventuno marzo

Oggi ventuno marzo entra l'Ariete
nell'equinozio e picchia la sua
testa maschia contro alberi e rocce
e tu amore stacchi
ai suoi colpi il vento d'inverno
dal tuo orecchio inclinato
sull'ultima mia parola. Galleggia
la prima schiuma sulle piante, pallida
quasi verde e non rifiuta
l'avvertimento. E la notizia corre
ai gabbiani che s'incontrano
fra gli arcobaleni: spuntano
scosciando il loro linguaggio
di spruzzi che rintoccano
nelle grotte. Tu copri il loro grido
al mio fianco, apri il ponte
fra noi e le raffiche
che la natura prepara sottoterra
in un lampo privo di saggezza,
oltrepassi la spinta dei germogli.
Ora la primavera non ci basta.

Specchio

Ed ecco sul tronco
si rompono gemme:
un verde più nuovo dell'erba
che il cuore riposa:
il tronco pareva già morto,
piegato sul declivio.

E tutto mi sa di miracolo;
e sono quell'acqua di nube
che oggi rispecchia nei fossi
più azzurro il suo pezzo di cielo,
quel verde che spacca la scorza
che pure stanotte non c'era.

Un'anfora di rame

Le spine dei fichidindia
sulla siepe, il tuo corpetto strappato
appena azzurro e nuovo, un dolore
al centro del cuore scavato,
forse a Lentini vicino la palude
di Iacopo notaio d'anguille
e d'amori. Che cosa racconta
la terra, il fischio dei merli
nascosti nel meriggio affamato
di frutta dura di semi
viola e ocra. I tuoi capelli
sulle orecchie in tempesta
che non si svegliano ora, capelli
d'acquarello, di colore perduto.
Un'anfora di rame su una porta
luccica di gocce d'acqua
e fili rossi d'erba.

Alle fronde dei salici

E come potevamo noi cantare
con il piede straniero sopra il cuore,
tra i morti abbandonati nelle piazze
sull'erba dura di ghiaccio, al lamento
d'agnello dei fanciulli, all'urlo nero
della madre che andava incontro al figlio
crocifisso sul palo del telegrafo?
Alle fronde dei salici, per voto,
anche le nostre cetre erano appese:
oscillavano lievi al triste vento.

Canto mattutino

Dorati uccelli dall'acuta voce, liberi
per il bosco solitario in cima ai rami di pino
confusamente si lamentano; e chi comincia,
chi indugia, chi lancia il richiamo verso i monti:
e l'eco che non tace, amica dei deserti,
lo ripete dal fondo delle valli.

Vicolo

Mi richiama talvolta la tua voce,
e non so che cieli ed acque
mi si svegliano dentro:

una rete di sole che si smaglia
sui tuoi muri ch’erano a sera
un dondolio di lampade
dalle botteghe tarde
piene di vento e di tristezza.

Altro tempo: un telaio batteva nel cortile,
e s’udiva la notte un pianto
di cuccioli e bambini.

Vicolo: una croce di case
che si chiamano piano,
e non sanno ch’ è paura
di restare sole nel buio.

This template downloaded form free website templates