Busto Arsizio

I "Remagi" a Busto

A metà altezza della facciata di un edificio in Piazza Cristoforo Colombo, c’è un bassorilievo che ritrae un gruppo di persone.
Se ti avvicini tanto da poter distinguere le figure, ti accorgerai che hanno una certa aria familiare, infatti…guarda bene…non assomigliano ai Re Magi del Presepe?
Ma cosa ci fanno i Re Magi in una piazza centrale di Busto Arsizio? Adesso ti racconto.
Pare che i “Remagi” non si fossero mai conosciuti prima di incontrarsi sulla strada che li conduceva alla Santa Meta.
E’ certissimo però, che quando si incontrarono a Busto erano già tutti e tre uniti.
Raggiunsero la città casualmente, dopo aver girato mezzo mondo, a causa di un incidente di viaggio: ad un certo punto incontrarono un fitto strato di nebbia che tolse loro ogni possibilità di orientamento. Fatto consiglio, decisero di fermarsi a pernottare nel più prossimo abitato, che era Busto. Così giuntivi, fecero sosta.
Per non arrecare danno alla popolazione con i loro cammelli, scelsero un “prà” (campo) e legarono le bestie ad una robinia.
Siccome faceva molto freddo, bussarono alle porte delle vicine cascine. Al momento i contadini, svegliati in piena notte, ebbero paura e credettero che si trattasse di ladri, ma, visti i mantelli dorati e le corone di brillanti che li adornavano, si affrettarono a mettersi a loro disposizione.
Quell’inverno era molto rigido e la scorta di legna era completamente esaurita. Per ospitalità , allora, i contadini levarono le imposte alle finestre e ne ricavarono tanti pezzi per accendere un falò.
I Remagi rimasero colpiti da tanta squisitezza di sentimenti, per cui trassero dalle loro tasche delle coroncine luccicanti e ne fecero dono alle famiglie contadine.
Intanto la nebbia era sparita e si era fatto sereno. I Remagi avvertirono i bambini, accorsi nel frattempo, che il gioco di stare in gobba ai cammelli stava per finire, poiché loro dovevano ripartire.
L’ultimo bambino, un certo “Cumeta”, che stava per scendere dal cammello, emise a questo punto un grido di meraviglia e poi si diede ad urlare con quanto fiato aveva in corpo: “Aa stèla, aa stèla cunta a cua!” (La stella, la stella con la coda!)
Tutti rivolsero gli occhi al cielo e videro la stella del Cometa. I Remagi assicurarono i contadini che la stella con la coda portava una buona novella e che presto avrebbero avuto notizie di un avvenimento che sarebbe stato ricordato per tutta l’eternità, dopo di che si allontanarono sui cammelli e partirono, preceduti dalla stella sulla via di Betlemme.
Si seppe poi che era nato il Messia.

Memori della gradita accoglienza della popolazione bustese, i Remagi la notte di ogni vigilia dell’Epifania tornano a Busto e non mancano mai di lasciare doni per i bambini.


Bella leggenda, vero? E i bustocchi, che sono persone pratiche ma hanno un cuore bambino, hanno voluto in questo modo ricordarla nel tempo.

Un'altra leggenda è quella secondo la quale le spoglie dei Re Magi trafugate da Milano da Federico Barbarossa, durante il viaggio verso Colonia si fermarono in questo luogo e la popolazione accese un falò e offrì generi di conforto.
Da qui l'usanza del "falò del Magi" che si accende nella piazza dopo la celebrazione della messa solenne la sera della vigilia dell'Epifania.

di Carlo Azimonti