Lo gnomo e la formica



Fiaba svizzera




Si racconta che in tempi lontani la Svizzera fosse abitata non solo da esseri umani ma anche da gnomi e da giganti. Questi a volte erano buoni e gentili, a volte sgarbati.

A quei tempi dunque, una volpe, un giorno se ne tornava a casa dalla caccia, ma arrivata che fu davanti alla sua tana, la trovò occupata da uno gnomo malvagio.
Disperata la volpe andò allora dal suo amico orso. "Orso, orso amico mio! Ho trovato nella mia tana uno gnomo pestifero che vuole sloggiarmi. Per favore, aiutami!". L'orso consolò la sua amica e insieme si diressero verso la tana. Appena si avvicinarono all'entrata ecco che un vocione minaccioso urlò : "Vattene via di qui, orso...altrimenti ti mangio in un boccone!" A quelle parole l'orso si spaventò e se la diede a gambe abbandonando lì la volpe.

La poverina si disperò , poi decise di chiedere aiuto al lupo. "Lupo, lupo, amico mio! Tornando dalla caccia ho trovato la mia tana occupata da uno gnomo pestifero, che vuole sloggiarmi dalla mia buca. Per favore, aiutami!" Il lupo gentile accettò e insieme si incamminarono verso la tana. Appena giunsero al covacciolo ecco che una voce irosa sbraitò : "Vattene via di qui lupo...altrimenti ti mangio in un boccone!" Il lupo, udite tali parole, fuggì via immediatamente a gambe levate, lasciando la sfortunata volpe con tanto di naso.

La povera bestia non sapeva più cosa fare, infine andò dalla sua amica più piccina, la formica. "Formica, amica mia! Ho trovato nella mia tana uno gnomo pestifero che vuole sloggiarmi dalla mia buca. Per favore, aiutami!" La formica accettò e insieme si diressero verso la tana. Giunte che furono all'entrata, ecco che la solita voce irosa sbraitò : "Vattene via di qui volpe...altrimenti ti mangio in un boccone!".
La formica, rendendosi conto che lo gnomo non l'aveva vista, fece l'occhiolino alla volpe, entrò nella tana e piano piano s’intrufolò nel folto pelo dello gnomo. Arrivata che fu alla pelle, mordicchiò , pizzicò , punzecchiò con una tale tenacia che il perfido gnomo, non sopportando più quel dolore, fuggì via come se fosse inseguito da mille diavoli infuriati.

Fu così che la volpe, grazie alla formica, si riprese la sua tana.