Il tempo che vorrei
di Fabio Volo

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Da bambino lo aspettavo dietro la porta di casa e quando rientrava mi buttavo addosso a lui, ed ero felice. Poi ho smesso di farlo, perché sentivo che era sempre preso da altre cose. Forse ho sbagliato io, avrei dovuto continuare a cercarlo. Invece a un certo punto nessuno dei due ha più fatto un passo verso l'altro. Da allora io e mio padre siamo stati separati da un muro di pioggia, fatto di gocce d'assenza.
Io sono cresciuto con il desiderio di non essere come lui. Volevo dimostrare di essere un uomo diverso.

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Più cresco più sento di assomigliargli. Capisco cose di lui che prima non capivo. Sto diventando sempre più simile alla persona che ho combattuto per una vita. Avevo bisogno di occhi da uomo per vedere realmente mio padre. Ora che sono in pace con lui, quando ritrovo in me comportamenti simili ai suoi non sono più così spaventato o agitato. Anzi, mi sembra di essere meno solo. Sono sereno con lui e cerco di esserlo con me. Salvo lui nel tentativo di salvare me, perdono mio padre nel tentativo di perdonare me stesso.
Di mio padre ho capito una cosa importante, forse la più importante per me. Ho aspettato per anni che lui mi dicesse "ti voglio bene", senza sapere che me lo aveva detto quando era venuto a casa mia a sistemarmi le piante, o prestandomi la macchina o portando la mia a lavare, o quando mi ha chiesto se volevo che venisse a casa mia a montarmi la mensola nuova o quando mi ha riparato la bicicletta.
Non ha parole piene di sentimento e d'amore perché in lui si trasformano in azioni, in oggetti spostati, puliti, riparati, riordinati, creati. Il suo amore è pratico, è azione. Il suo dire è fare. Non riuscirà mai a dirmi "ti voglio bene" ma avrà sempre bisogno di fare qualcosa per esprimere questo sentimento.
Ho capito anche che, dopo tutti questi anni, se mi dicesse "ti voglio bene" o se mi abbracciasse, sarei quasi infastidito, sicuramente a disagio. Non riesco nemmeno a immaginare una frase del genere detta da lui.
Il giorno in cui mio padre è venuto a casa mia a sistemarmi le piante ha compiuto il viaggio più lungo della sua vita. Quel giorno mi ha scelto.

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