Racconti di Natale

LA NOTTE SANTA


di Selma Lagerlof


C'era una volta uomo che uscì nella notte buia per cercare in prestito un pò di brace per accendere il fuoco. Andò di casa in casa bussando alle porte: "Cari amici, aiutatemi!", pregava ,"Mia moglie ha appena dato alla luce un figlio e devo fare un fuoco per scaldare lei e il piccolo!", ma era notte fonda e tutte le persone dormivano. Nessuno rispose. L'uomo camminò e camminò.

Finalmente vide il bagliore di un fuoco lontano, andò in quella direzione e vide che il fuoco ardeva in mezzo a un prato. Un gran numero di pecore dormiva intorno al fuoco, e un vecchio pastore sorvegliava il gregge.
Quando l'uomo che voleva prendere in prestito il fuoco si avvicinò, vide che tre grandi cani giacevano addormentati ai piedi del pastore. Tutti e tre si svegliarono quando l'uomo si avvicinò e aprirono le loro grandi mascelle, come se volessero abbaiare, ma non si udì nessun rumore.
L'uomo vide che avevano il pelo ritto sulla schiena e che i loro denti bianchi ed affilati brillavano alla luce del fuoco.
Si avventarono su di lui.
Sentiva che uno lo azzannava alla gamba e un altro alla mano e l'altro ancora alla gola, ma le loro mascelle e i loro denti non li obbedivano e l'uomo non subì il minimo danno.
Però, per ottenere ciò di cui aveva bisogno, l'uomo doveva avvicinarsi di più, ma le pecore stavano così attaccate l'una all'altra che non poteva passare, allora salì sulle loro spalle per avvicinarsi al fuoco. E non uno degli animali si svegliò o si spostò.

Quando l'uomo ebbe quasi raggiunto il fuoco, il pastore alzò lo sguardo.
Era un vecchio burbero, scortese e duro verso gli esseri umani e quando vide quello strano uomo che si avvicinava, afferrò il lungo bastone appuntito che usava per attendere il gregge e glielo scagliò contro.
Il bastone andò dritto verso l'uomo ma, prima di raggiungerlo, piegò di lato e gli sfrecciò accanto, andando a perdersi nel prato.
L'uomo si avvicinò quindi al pastore e gli disse: "Buon uomo, aiutatemi e prestatemi un pò fuoco! Mia moglie ha appena dato alla luce un figlio e devo fare un fuoco per scaldare lei e il piccolo."
Il pastore ebbe un pò di paura ripensando a quello che aveva visto e cioè che i cani non avevano ferito l'uomo e le pecore non erano scappate da lui e che il bastone non aveva voluto colpirlo, così non osò negargli quello che chiedeva.
"Prendi il necessario!" gli rispose, ma ormai il fuoco era quasi bruciato. Non erano rimasti tronchi o rami, solo un grande mucchio di brace e l'uomo non aveva nè vanga nè pala per prendere i carboni incandescenti.
Quando il pastore se ne accorse, ripetè: "Prendi tutto quello che ti serve!" ed era contento perchè l'uomo non avrebbe potuto portare via neanche un pezzetto di quella brace ardente. Quegli invece si chinò, prese dei carboni dalle ceneri con le mani nude e li pose nel suo mantello senza scottarsi, nemmeno il mantello ebbe la più piccola bruciatura, e li portò via come fossero noci o mele.

Quando il pastore, che era un uomo crudele ed insensibile vide tutto questo, pensò: "Che notte è mai questa, quando i cani non mordono, le pecore non si spaventano, il bastone non uccide e il fuoco non brucia?" Richiamò l'uomo e gli chiese: "Che genere di notte è mai questa? E come mai ogni cosa ha compassione di te? "
Allora l'uomo gli rispose: "Io non posso spiegarvelo se non lo vedete da voi" ed espresse il proposito di continuare il suo viaggio, così da poter accendere finalmente il fuoco per riscaldare la moglie e il figlioletto.
Il pastore, che non voleva perderlo di vista prima di aver scoperto il mistero, si alzò e lo seguì fino al luogo dove viveva. così vide che non aveva nemmeno una capanna in cui vivere e che sua moglie e il bambino giacevano in una grotta nella montagna, dove non c'era nulla se non la fredda e nuda pietra delle pareti.

Il pastore pensò che quel povero bambino innocente sarebbe morto congelato in quella nicchia e, anche se era un uomo duro, si commosse e desiderò aiutarlo. Allentò lo zaino dalla spalla, scelse una pelle di pecora bianca e morbida e la diede all'uomo perchè vi adagiasse il bambino. In quel momento, quando si rese conto di poter essere egli stesso misericordioso, i suoi occhi furono aperti, e vide quello che non era stato capace di vedere prima, e sentì quello che non poteva sentire prima.
Vide che tutto intorno a lui si era formata una corona di piccoli angeli dalle ali argentate, e ciascuno portava uno strumento musicale a corde, e tutti cantavano che in quella notte il Salvatore era nato per liberare il mondo dal suo peccato.
Capì che tutto era così felice in quella notte che non poteva accadere niente di brutto.
E non solo gli angeli erano intorno a lui, ma dappertutto: sedevano nella nicchia, fuori sulla montagna e volavano sotto i cieli. Venivano avanti marciando in grandi compagnie e, come passavano davanti alla grotta, si fermavano un momento per indugiare con lo sguardo sul bambino.
C'erano un tale giubilo e contentezza e canti e giochi! Vide tutto questo nella notte scura mentre prima non avrebbe potuto vedere niente. Era così felice perchè i suoi occhi erano stati aperti che cadde sulle ginocchia e ringraziò Dio.

Quello che vide il pastore potremmo vederlo anche noi: gli angeli volare giù dal cielo ogni vigilia di Natale, se solo volessimo vederli. Dobbiamo ricordarcelo perchè è vero, come è vero che io vi vedo e voi mi vedete. Non è rivelato dalla luce di lampade o candele e non dipende dal sole e dalla luna, ma è indispensabile che i nostri occhi siano pronti, per poter vedere la gloria di Dio.



Traduzione personale


Selma Lagerlof (1858-1940) svedese, è stata la prima scrittrice ad essere insignita, nel 1909, del Premio Nobel per la Letteratura. Le sue storie sono influenzate dai miti e leggende nordici.

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